02-11-2008 Ongongo-Purros-Orupembe-Marble Comunity Camp
Tappa 304km
In movimento 7h
Questa è probabilmente la giornata più bella dell’intero viaggio!
La mattina decidiamo di alzarci un po’ più tardi, facciamo una colazione vera e partiamo con calma, non prima di aver fatto un bel bagna nel laghetto del camp.
I due ragazzi del camping che nel frattempo sono arrivati ci chiedono di accompagnarli a Sesfontein, sulla strada ci fermiamo con loro a visitare un villaggio Himba, forse è un po’ per turisti, ma in fondo preferisco fermarmi a visitarne uno così, ripercorriamo la strada del giorno precedente ed ancora veniamo sommersi dai bambini, è strano poi vedere il bianco di una parabola spuntare da una capanna di fango.
Giunti a Sesfontein scarichiamo i due accompagnatori e facciamo carburante, certo dobbiamo aspettare una ventina di minuti al distributore prima che si faccia vivo qualcuno…
Imbocchiamo quindi la D3707 in direzione di Purros, la pista inizia come uno sterrato veloce, anche se le insidie sono sempre in agguato, poi si trasforma in una vera pista a volte di sabbia ed a volte di ghiaia, comunque sempre percorribile in 2WD.
Prima di giungere a Purros scendiamo nel letto del Gomadommi cercando di avvistare altri animali che non siano springbok o struzzi, icontriamo moltissime tracce, comprese quelle di elefante, il terreno si fa via via più umido e la vegetazione sempre più lussureggiante, fino ad arrivare a un piccolo fiumiciattolo che la pista continua ad attraversare, qui le quattro ruote ogni tanto sono necessarie.
Visto che la valle diventa sempre più bella decidiamo di proseguire per il Purros canyon, con l’idea di giungere fino al confine dello Skeleton Park per poi risalire verso Nord, ma un imprevisto tanto inaspettato quanto felice ci costringe a cambiare idea…
Dopo aver incontrato un branco di babbuini dietro ad una curva ecco apparire un grosso elefante proprio al centro della pista, ci avviciniamo quel tanto da non infastidire l’animale e rimaniamo ad osservarlo diversi minuti, lui da parte sua continua a mangiare riservandoci ogni tanto uno sguardo incuriosito, incontrare un così bell’animale in un posto così sperduto penso sia una delle più esperienze di un viaggio africano, a rovinare in minima parte l’atmosfera selvaggia è il radio collare di cui è munito l’elefante.
Visto che il padrone della pista non sembra minimamente intenzionato a spostarsi torniamo sui nostri passi in direzione Purros, prima di giungere al camping la pista attraversa un tratto di sabbia soffice molto alta e molto sconnessa, il campo lo stanno sistemando ed a giudicare dai muri che gli stanno costruendo attorno il passaggio degli elefanti non deve essere un ipotesi così remota!
Da qui torniamo indietro verso il Bar di Purros e sulla strada incontriamo parecchie giraffe, alcune vicinissime, il Bar è molto affollato, ci sono sette od otto avventori tra cui una donna Herero nel tradizionale abito rosso sgargiante, ci guardano incuriositi mentre beviamo una birra, qui nessuno ci chiede nulla o cerca di venderci qualcosa, neppure i numerosi bambini che vanno e vengono in continuazione, evidentemente qui il turismo di massa non ha ancora colpito.
Bellissima è l’immagine di un bimbo che arriva correndo felice spingendo un bastone con attaccata una rotella, compra poche cose e subito corre verso casa, altro che playstation 3!!!
Ripartiamo in direzione Orupembe, dove pensiamo di trovare un campsite, viaggiando sulle piste più ad Ovest costeggiando lo Skeleton Park, il paesaggio è sempre incantevole e passa da paesaggi brulli a vaste praterie o serpeggia tra montagne di roccia rossa, in un continuo mutare di colori e morfologie, continuano gli avvistamenti di springbok, struzzi ed ora anche orici.
Quando ci raccordiamo nuovamente sulla D3703, questa è diventata una pista veloce in un paesaggio abbastanza noioso, l’unica distrazione sono gli stormi di grossi uccelli che si alzano in volo al nostro passaggio.
Giunti a Orupembe scopriamo che praticamente non vi è nulla, ma grazie alla T4A troviamo un camping a poca distanza, risalendo verso la valle del Marienfluss si incontra il Marble Comunity Campsite, il primo pezzo di pista è molto pietroso, per poi tornare di sabbia.
Ormai è quasi il tramonto, i colori sono accesi ed in lontananza si vedono grandi branchi di springbok e parecchie giraffe.
Durante gli ultimi chilometri incontriamo diversi villaggi Himba, quasi tutti deserti, in fondo questa è la stagione in cui si spostano assieme al bestiame, in quei pochi che incontriamo abitati gli occupanti ci guardano passare incuriositi e ci salutiamo vicendevolmente, non deve essere una cosa poi così comune incontrare turisti da queste parti ed a differenza delle zone più vicine alla “civiltà”, qui nessuno vede il turista come una fonte di guadagno.
Il camping è veramente bello, ha solo cinque piazzole, ma visto il posto penso che raramente siano tutte occupate.
Come arriviamo il pavone che tengono lì ci d’ha il benvenuto salendo sul cofano del Toy e veniamo accolti da un ragazzo, che poi scopriremo essere un Himba, di una cordialità estrema.
Fabio