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Grecia continentale e Cefalonia

Diari ed Appunti di Viaggio

Messaggioil 12/09/2017, 14:06

Cari tutti,
grazie soprattutto alle idee suscitate proprio da quanto letto qui sul Forum (in particolare, tra gli altri, viewtopic.php?f=50&t=79853 e viewtopic.php?f=50&t=77781), questa estate io e mia moglie abbiamo intrapreso il nostro personale “iter elladicum”, consistito in un giro della Grecia continentale e di Cefalonia, luoghi senz’altro meno conosciuta delle isole greche orientali.
Il punto di riferimento generale del tour è stato questo road book preso qualche anno fa in cordata (http://guide4x4.free.fr/catalogue1/page13-it.html), al quale, tuttavia, abbiamo apportato svariate modifiche, sia perché la parte più orientale del percorso l’avevamo sostanzialmente già fatta durante il viaggio in direzione della Turchia ( viewtopic.php?f=50&t=80413&p=1128653&hilit=grecia#p1128653), sia perché si è rivelato praticamente impossibile – ma non era difficile prevederlo :lol: – portare una donna in Grecia senza prevedere numerose soste in spiagge e ristorantini di pesce lungo mare. Degli 8 viaggi-avventura fatti sin qui (….mi perdonino i veri overlander del Forum la pretenziosità dell’aggettivo…), questo è nato senz’altro con una vocazione assai più turistica, ma del resto, dopo aver chiesto non poco a Francesca negli anni precedenti, non potevo certo rifiutarle una più tradizionale “vacanza”, sebbene sempre e rigorosamente in Land; per fortuna, e se Dio vorrà, i programmi futuri sono un poco più arrembanti :mrgreen: ! Peraltro, devo dire che se, da un lato, le spiagge ed il mare, comunque bellissimi, li ho vissuti come una sorta di “fio” da pagare, dall’altro la parte storico-archeologica del giro si è rivelata a dir poco stupefacente, sia di per sé, sia per quella particolare sensazione di compiacimento che, almeno a me, ha suscitato la visione di luoghi tanto spesso immaginati durante gli studi giovanili: vabbè, ma queste sono fisme personali :D !
Prima di proporvi, accompagnato da qualche vergognosa foto, parte del diario di bordo che abbiamo compilato in viaggio, vi segnalo alcuni dati e considerazioni che spero possano essere utili a chi, magari facendo come noi, nel leggere queste righe tragga quanto meno uno spunto per qualche bella idea di viaggio:
- i km totali percorsi sono stati poco più che 3.500 ed il periodo di svolgimento è stato quello dal 4 al 20 agosto 2017;
- il percorso a r.b. da noi fatto si è rivelato piuttosto semplice; solo nella parte del Pindo, la traccia che dall’inizio dell’omonimo parco nazionale porta al paese di Mikrolivado deve essere percorsa con un minimo di attenzione e con le ridotte, perché la pista è particolarmente rocciosa, cosparsa di tronchi e grandi pietre cadute, e in molti punti a picco sul dirupo! Insomma, io ho ritratto il gomito sinistro, che in genere spunta dal finestrino :D
- il gasolio è costato mediamente intorno a 1,20 euro, quindi solo un poco meno che da noi;
- la spesa maggiore, comunque, si è rivelata la nave; per non aggravare i costi, e per quanto possibile, evitate di mangiare a bordo, perché i prezzi sono esorbitanti! All’andata abbiamo voluto provare le poltroncine, ma in tutta sincerità il maggiore costo non si ripaga in termini di proporzionata comodità per la notte: al ritorno, infatti, siamo tornati alla formula posto ponte, ovviamente con materassini e sacchi a pelo;
- altra cosa sulla nave: ci hanno detto che essa è il più delle volte in ritardo (…e nel nostro caso non si è smentita.. :cry: ): diversamente da quanto abbiamo fatto noi, perciò, nella progettazione della prima tappa consiglio di stare ben larghi sui tempi;
- il costo della vita, specie se si evitano i posti più spudoratamente turistici, è conveniente rispetto ai nostri standard: considerate che con una cifra che oscilla tra i 30 ed i 35 euro si fa un pasto completo per due a base di antipasto, secondo di pesce, dolcetto e bevande, anche alcoliche, il che peraltro ha offerto a mia moglie il pretesto, la sera, per evitare spesso la cena self made in campeggio! Al contrario, la cultura costa come da noi se non di più: i biglietti dei musei, infatti, a parte poche eccezioni, superano quasi sempre i 15 euro a testa, con punte che toccano i 30 euro.
- nulla da eccepire sulla cordialità e disponibilità dei greci, che spesso per lo meno capiscono l’italiano; in ogni caso, qualcuno che parla inglese lo si trova sempre, anche nei paesi più piccoli;
- a parte quelli di certe zone rurali, probabilmente vecchi, tutti i cartelli segnaletici recano pure la dicitura nell’alfabeto latino, quindi non c’è problema, per chi non conosce il greco moderno, a capire dove si è e dove si sta andando. Sempre dal punto di vista dei servizi, segnalo che, almeno nei campeggi da noi utilizzati, la wi-fi è risultata quasi sempre instabile e comunque limitata agli immediati dintorni della reception;
- un’ultima considerazione, che va ad encomio dello Stato greco, la merita l’accesso alle spiagge. Anche in quelle più citate dalle guide turistiche, tra uno stabilimento balneare e l'altro noi abbiamo SEMPRE trovato un tratto piuttosto lungo di spiaggia libera, alla quale si può accedere tranquillamente e sulla quale si può piantare l’ombrellone senza alcun problema o richiesta di gabelle. Non so se anche da voi è questa la regola, ma per me che sono toscano il fatto ha destato una certa e positiva meraviglia, dato che da noi (..Versilia docet…) praticamente ogni mq di spiaggia è occupato da uno stabilimento, ed i tratti di spiaggia libera sono rari e di dimensioni risibili :evil:!

Ma bando alle chiacchere: piano piano, via via che scelgo ed adatto le foto, eccovi il diario di bordo

Giorno 1, venerdì 4 agosto 2017
Nonostante che due giorni fa ci abbiano comunicato che la partenza della nave era stata posticipata di ben 4 ore, ci svegliamo ugualmente alle 7, forse anche per un poco di emozione dovuta al viaggio. Dato che ormai è quasi tutto pronto già dalla sera prima, partiamo ugualmente un’oretta dopo, decidendo di fare tappa sul monte Conero, che da tempo volevamo vedere. Lì giunti, ci accoglie un inaspettato quanto micidiale caldo, così che decidiamo di approfittare di un’area pic nic ombreggiata e vicina al parcheggio per fare fuori gli ultimi avanzi del nostro frigo di casa, che ci eravamo portati dietro. Fatta una breve passeggiata per vedere la chiesa dell’ex monastero, oramai inglobata in un albergo davvero bello, ripartiamo in direzione del porto di Ancona.
Arrivati alla biglietteria ci aspetta una lunga ma prevista coda per il check-in. Quindi, non ci rimane altro che accodarci sulla banchina del porto sotto un sole cocente, al quale offre refrigerio soltanto l’ombra del 110, fortunatamente bella capiente! L’attesa si protrae sino alle 19, ed il traghetto parte poco prima delle 20: ritardo che si cumula al ritardo già comunicatoci!!! Ci sistemiamo nella poltroncina prenotata e poco dopo ceniamo al self service (…il ristorante ha una carta inavvicinabile…), che ci tira comunque una bella sassata per un pesce alla griglia, una bistecchina di maiale, insalata e acqua. E pensare che la stupidata l’avevamo fatta anche per andare in Turchia, ma evidentemente non ci era bastata: al ritorno non ci faremo sorprendere!
Passeggiamo e cazzeggiamo in attesa che si faccia l’ora di dormire.
Nanna con grande caldo, i condizionatori non funzionano e nella sala delle poltrone non si respira. Inspiegabilmente, però, dato che sono un grande “soffritore” di caldo, io dormo, forse grazie anche alle mascherine para occhi che ho provvidenzialmente portato, mentre mia moglie, come poi mi racconterà, vaga sul ponte sino alle 3, quando poi prende sonno in una panchina imbottita davanti alla reception.

Giorno 2, sabato 5 agosto
Dato che non ci siamo portati nulla da mangiare, la mattina ci “regaliamo” una colazione mediterranea al solito self service, che ci salassa nuovamente (...ma per i recidivi è la giusta punizione :lol: ). Alle 13 riusciamo a sbarcare e ci buttiamo subito sulla nuovissima – almeno per noi, dato che quando nel 2014 andammo in Turchia era ancora in costruzione – autostrada per Ioannina, che si dimostra, con i suoi lunghi cavalcavia e tratti lungo le montagne, davvero spettacolare, e per fortuna anche poco trafficata.
A Perama, ultima cittadina segnalata prima dell’inizio del r.b., ci fermiamo per fare il pieno ed una prima spesa alimentare. Dopo un’oretta di pista, a quota 900 ci fermiamo per la nostra sosta pranzo, inaugurando così il tendalino ARB preso a Carrara, dato che il punto panoramico da noi prescelto per la sosta è un poco al sole: visto che il caldo è un fattore previsto, tanto vale non privarsi della vista sul lago di Ioánnina e sulle montagne ;)!.
Riprendiamo la pista fino ad arrivare all’inizio del parco nazionale del Pindo, dove ci fermiamo per fare il punto della situazione, dato il ritardo della nave e l’albergo già prenotato a Metsovo. Decidiamo quindi di non fare la strada sterrata ad anello che si inoltra nel parco, e proseguiamo dritti sul rb fino al paese di Mikrolivado, il che ci consentirà di fare il fuoristrada migliore di tutto il tour, dato che il percorso consiste in una stretta petraia tra boschi ed altipiani davvero bella ed a tratti anche impegnativa. Giunti a Mikrolivado, come da programma prendiamo l’asfalto per Metsovo. Sulla strada un’auto che ci ha sorpassato ci fa segno di fermarci, ed una donna dal finestrino ci fa capire che c’è qualcosa che non va al posteriore; dato che dallo specchio non vedo nulla, le dico: lights? E lei: yes! Ok, ringrazio ma non scendo, perché avendo con me le lampadine di riserva ed essendo tardi penso di sistemare il tutto domani, alla luce del giorno….ma in realtà il problema era altro! Giunti infatti per le 21 a Metsovo, e parcheggiato il def nella piazza principale, mi accorgo che la sacca “Trasharooo” che da 5 anni appendo alla ruota di scorta in occasione dei viaggi si è squarciata in basso, aprendosi quasi del tutto, il che significa che siamo privi di strops e grilli! Oltre al danno economico, non indifferente, mi girano perché temo che, come spesso accade, quando le cose non le hai ti serviranno! Comunque, arriviamo al bell’albergo prenotato da casa, l’Aroma Dryos, un boutique hotel davvero incantevole ed arredato con gusto.
Dopo una doccia rigenerante ceniamo in un caratteristico locale a base di zuppa di verdure, souvlaki e contorni all’incredibile prezzo di € 35, compresa la mancia, che volentieri elargiamo.
Dopo una brevissima passeggiata nel paese, cotti dal sonno andiamo a letto.
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Messaggioil 12/09/2017, 14:21

Giorno 3, domenica 6 agosto
Ci svegliamo intorno alle 9 e facciamo una buona colazione nella caratteristica sala dell’hotel.
Alle 11, fatte altre foto dell'incantevole Metsovo, partiamo in direzione della Penisola del Pelion, la cui visita ci è stata suggerita da un articolo che abbiamo letto su “Plen air”, rivista per camperisti che avevamo preso perché attratti dalla copertina dedicata in larga parte alla Grecia.
Arriviamo nei pressi di Portarià e sostiamo per il pranzo in un boschetto lungo la strada.
Passiamo quindi per l’angusto centro di Portarià, paese che segna, da nord, l’inizio della penisola, e proseguiamo per il paese di Makrinitza, descritto come il “balcone del Pelion”; sì, il panorama è vasto, ma ne vedremo degli altri e migliori durante il viaggio: la digressione, considerate anche le manovre necessarie ad intrufolare il 110 nel paesino, forse non vale lo sforzo. Comunque, scattate le foto di rito proseguiamo per Tsangarada e sostiamo per una spremuta e un caffè nel piccolo bar i cui tavolini occupano quasi tutta la piazza del paese, dove, come avevamo letto, c’è il platano più vecchio della Grecia: ombra, fresco e grandiosità dell’albero valgono la sosta ristoratrice!
Da lì, e dopo una vertiginosa discesa su strada asfaltata (…non oso pensare ai camperisti che sono scesi…), a tratti fatta in prima, arriviamo al campeggio “Papa nero”, ad Agios Iohannis, e presa la piazzola andiamo all’omonima e bella spiaggia di ciottoli bianchi per il bagno ed un poco di meritato relax. La sera facciamo due passi sino al centro di Agios Ioannis per cenare in un tipico ristorantino proprio sul mare.

Giorno 4, lunedì 7 agosto
Fatta colazione andiamo alla spiaggia di Damouchari, famosa per il film “Mamma mia”. Anche qui, come nella più parte delle spiagge greche, non c’è sabbia ma ciottoli bianchi, che, se da un lato sono un poco scomodi e riflettono la luce del sole come sulla neve, dall’altro rendono il contrasto con il turchese dell’acqua qualcosa di davvero stupendo da ammirare. Ci trascorriamo tutta la mattinata e pranziamo in una taverna sul vecchio porticciolo.
Sotto un sole crudele andiamo alla spiaggia Mylopotamos, anch’essa segnalata dalle nostre guide. In effetti, il colpo d'occhio è notevole ma la caletta purtroppo già dall’alto appare satura di persone e quasi totalmente colonizzata da alcuni stabilimenti, con ombrelloni tutti uguali: ci accontentiamo perciò di alcune foto e veniamo via senza scendere i non pochi gradini sino al mare.
Secondo programma scendiamo verso Milina e Horto, sulla costa ovest della penisola, ma l’assenza di vere spiagge e un camping alquanto triste ci inducono a tornare sulla costa est in cerca del campeggio di Platanias, che avevamo individuato dall’Italia per la tappa successiva. Lungo strada, però, notiamo le indicazioni per la spiaggia di Kastri, segnalata da Plen air, dove troviamo anche un piccolo campeggio. Presa la piazzola, perciò, andiamo sulla spiaggia per un rigenerante e tranquillo bagno alle 18,30. Per la cena optiamo per la taverna del campeggio, dove mangiamo un eccellente pesce, sebbene il servizio sia un poco lento.


Giorno 5, martedì 8 agosto
Alle 9 saremmo già pronti per partire ma scopriamo che la reception del campeggio apre solo alle 10!!!!!! Esattamente alle 10 ed un minuto riusciamo a pagare e partiamo.
Risalita la penisola del Pelion da ovest, giunti a Volos riprendiamo il rb: fuoristrada molto semplice ma in compenso la strada litoranea è molto bella e scattiamo alcune belle foto del 110 che sembra navigare sul mare!
Per pranzo sostiamo in una spiaggetta bella ventilata, dove ci facciamo rapidamente il pranzo con la nostra cambusa. Riprendiamo il rb per l’ultimo tratto fino all’imbocco dell’autostrada in direzione Lamia. Proprio in quel frangente, mi accorgo che in cima allo snorkel non c’è più il prefiltro ad espulsione, probabilmente portato via in una delle numerose ulivete che abbiamo attraversato, che avevo acquistato nel 2012 per la Tunisia e che ogni anno rimonto al posto del “fungo” Mantec in previsione di strade polverose, come in effetti si sono poi rivelate quelle percorse in off road: prego solo che non piova, ma comunque penso già al piano “b”; la mattina dopo, infatti, smezzerò una bottiglia di acqua in plastica e, sui lati, taglierò col coltellino dei rettangoli per il passaggio dell’aria. Se dovesse piovere, con due fascette già pronte inserirò questo “cappuccio” sul tubo dello snorkel, sperando che l’aria non lo strappi via!
Intorno alle 18,30 arriviamo a Delfi. Per primo, visitiamo il solitario santuario di Atena, poi ci immergiamo nella vera e propria antica Delfi. Complice forse la luce del tramonto, troviamo il sito particolarmente suggestivo! stupende tra le altre cose di tempio di Apollo, l’anfiteatro e lo stadio.
Campeggiamo al camping Apollon. Cena “in house”. Accanto a noi sono installati quattro motociclisti tedeschi con tende, tavolini e sedie: ma dove mettono tutta l’attrezzatura? Mah…mistero! Siamo stanchissimi, ma prima di dormire facciamo “amicizia” col gatto del campeggio, che tra tutti gli ospiti presenti ha scelto la nostra piazzola per elemosinare cibo….e farsi fare le coccole!
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Messaggioil 12/09/2017, 14:40

Giorno 6, mercoledì 9 agosto
Sveglia alle 7, e dopo aver fatto colazione con il nostro nuovo amico gatto, che ci aspetta fuori dalla tenda, ripartiamo, non senza aver assistito alla laboriosissima opera di “packaging” di tutta l’imponente attrezzatura che una famigliola di 4 polacchi si è portata dietro su una Renault Laguna: al solo pensiero di fare tutto quel tramestio ad ogni sosta mi sarebbe passata la voglia di partire!
Iniziamo quindi il tratto di rb che attraversa i monti del Parnaso. La traccia consiste in un facile sterrato, che però risulta molto panoramico, godibile e al fresco, anche perché le altitudini non sono proprio irrilevanti.
Finito il tratto prefissato a rb, imbocchiamo l’autostrada per Atene, dove arriviamo nel primo pomeriggio. Scartata l’idea del campeggio, troppo distante da i luoghi che volevamo visitare, prendiamo una stanza all’hotel Herodion, trovato la sera prima su internet, sfruttando una delle poche wi-fi davvero efficienti trovate nei campeggi. Per non avventurarsi troppo nel traffico della capitale, fissiamo questo hotel, che ha il pregio di essere veramente a due passi dal Museo archeologico e dall’acropoli, sebbene abbia per contro il non trascurabile “difetto” di essere a 4 stelle: il budget non ne godrà, questo è certo, ma per una volta si può fare! Nonostante la sua eleganza, però, scopriamo che non ha parcheggio, sebbene il sito dicesse il contrario. O meglio, ha una convenzione con un parcheggio sotterraneo vicino, ma l’altezza massima consentita è di soli 2,10 mt, per noi troppo pochi considerando portapacchi, cassa degli attrezzi e tanica. Per fortuna, ma con un poco di apprensione, trovo posto per il 110 in una stradina laterale, che pare tuttavia molto tranquilla.
Dopo esserci rinfrescati partiamo alla scoperta di Atene. Andiamo subito al vicinissimo e nuovo museo dell’acropoli: l’edificio stesso è già di per sé una attrazione ed il contenuto, neanche a dirlo, ancora di più. Pagati poi i biglietti, non proprio economici, iniziamo la lunga ascesa verso l’acropoli di Atene. La fatica è ampiamente ripagata: il Partenone è maestoso e il tempio di Atena, con le sue note statue delle Cariatidi, non è da meno; è comunque tutto il contesto, e quindi anche la vista dall’alto di Atene nuova e vecchia, a rendere la visita imprescindibile.
Torniamo in albergo per una doccia e un poco di relax, e poi ripartiamo per il vicino quartiere della Plaka, alla ricerca del ristorantino giusto tra i numerosi presenti. Stranamente, perché in genere attratto dai low prices (per inciso: mia moglie mi considera un vero tirchio…ma fortunatamente solo in vacanza, dove effettivamente sto molto attento!), ne adocchio uno davvero elegante, con tavolini all’aperto, che ha un costo proporzionato all’aspetto: i soldi spesi, però, risulteranno ben investiti, dato che tutto il cibo risulterà ottimo, mentre il rice-pudding ci apparirà addirittura sublime!
Terminata la cena, facciamo una breve camminata per vedere l’arco di Adriano e rientriamo in albergo, dove, prima di andare a letto, facciamo una capatina sulla terrazza panoramica per scattare due suggestive foto notturne all’acropoli tutta illuminata.


Giorno 7, giovedì 10 agosto.
Fatta colazione ed accertato, non senza un certo preventivo patema d’animo, che il 110 è ancora fedele al suo posto, e con tutta l’attrezzatura sul tetto, andiamo a piazza Sintagma, dove fotografiamo tra l’altro le tradizionali guardie del Parlamento. Percorriamo quindi la via dello shopping verso Monastiriaki, dove la Francy entra ed esce da svariati negozi, e ci immergiamo nel mercato delle pulci, che però ci appare deludente, dato che in prevalenza vi si trovano negozi di magliette e di militaria. Ci ritroviamo, quasi per caso, davanti all’antica Agorà, ed appurato che il biglietto fatto il giorno prima – e miracolosamente ancora presente nelle tasche dei miei pantaloni – vale anche lì, entriamo per un rapido giro, dato che il sole è piuttosto feroce, e non ci sono né boschi e né mare a rinfrescare.
Fatta una rapida doccia in albergo e pagato il conto, prendiamo la via del Peloponneso, che almeno negli intendimenti rappresenta il cuore del viaggio. La prima sosta è al canale di Corinto, dove abbiamo la fortuna di vedere passare una nave.
Dopo pochi km iniziamo il rb., che attraverso belle strade collinari ci porta al teatro di Epidauro, magnifica e ben conservata struttura, dove ancora vengono rappresentate opere. Terminata la visita, riprendiamo il rb ma dopo qualche nota ci perdiamo, nonostante il riscontro dei punti GPS. La presenza di una strada che sembra nuova mi fa sospettare che lo stato dei luoghi sia cambiato di recente e quindi, data l’ora, decidiamo di riguadagnato l’asfalto per dirigerci verso Tolo, posto di fine tappa che ci eravamo prefissati. Ci sistemiamo al campeggio Lido, ma non ci priviamo, nonostante l’ora, di un momento di relax sulla spiaggia dello stesso.
Doccia e cenetta fai da te in orario tipicamente greco.
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Messaggioil 12/09/2017, 15:02

Giorno 8, venerdì 11 agosto
Notte abbastanza inquieta tra zanzare, vicini rumorosi, strada, pendenza del terreno e non ultimo il caldo. Alle 7,30 ci alziamo e per le 9 lasciamo il campeggio in direzione Nafplio. Lì giunti, visitiamo la sovrastante fortezza di Palamide, molto ben conservata, dalla quale si gode peraltro una bella vista sulla città e sul mare.
La seconda tappa della giornata è il sito archeologico di Micene. Lì visitiamo innanzitutto i resti della mitica città sotto un sole impietoso, e poi il suo museo ricco di bellissimi manufatti, alcuni dei quali, specie i gioielli, sembrano usciti da una collezione odierna! Poco fuori Micene ci fermiamo alla tomba di Agamennone, che consiste in una spoglia camera funeraria scavata dentro una collina; di per sé il luogo è suggestivo, nonostante non vi sia nulla all’interno, ma un forte tanfo di urina ci induce ad una visita rapida.
Torniamo quindi a Nafplio per riprendere il rb, che fortunatamente si inerpica sui monti, dato che il caldo si è fatto davvero notevole. Decidiamo quindi di pranzare su pista, ed in particolare sotto la fresca ombra di un albero secolare, segnalato dal rb.
Con il rb andiamo avanti tra boschi e colline fino intorno alle 18, allorquando riprendiamo l’asfalto per il campeggio Castel Wiew di Mystras, in precedenza individuato.
Doccia e cena fai da te in campeggio.


Giorno 9, sabato 12 agosto
Sveglia alle solite 7,30, e quindi alle 9 siamo pronti per lasciare il campeggio.
Andiamo subito all’entrata della fortezza, il punto più alto del sito. Pagato il biglietto, iniziamo una scalata davvero faticosa per una stradina irta, nonostante sia ancora relativamente fresco e buona parte del percorso sia all'ombra. Della fortezza non si vede molto ma il panorama del quale si può godere da lassù è grandioso e ripagante. Tornati alla biglietteria, scendiamo quindi per visitare le graziose chiesette di Santa Sofia e San Nicola, che risultano ben conservate, anche con qualche affresco in stile tipicamente bizantino. La risalita verso il parcheggio, tuttavia, è dura, anche perché ormai il sole è ben alto in cielo. Non paghi, tuttavia, riprendiamo il def per scendere al cancello della città bassa, dalla quale ci inerpichiamo nuovamente per visitare il convento di Patanassa. La fatica è notevole, ma per fortuna ampiamente ripagata dalla chiesetta del convento in puro stile Bizantino, ricca di ex voto, e dalla placida calma che si respira entro le mura del piccolo convento, privo, al momento, di turisti.
Esausti ripartiamo in direzione della penisola del Mani, non senza esserci fermati, ma solo per la spesa in un vero supermarket e per il gasolio, a Sparta, città ormai moderna e quasi totalmente dimentica delle sue vestigia. Ripartiamo quindi in direzione della regione del Mani, della quale mia moglie si è innamorata “a distanza” dopo aver comprato la sua fida Lonely planet ed aver letto in rete alcuni diari di camperisti: pare, infatti, che sia una penisola molto “wild” e che – specialmente! - il mare sia bellissimo.
Passiamo da Gythio, porta di accesso da nord della penisola del Mani, e ci fermiamo in una lunga spiaggia poco distante dal centro abitato, anche perché attratto da un 110 grigio che, poco avanti, ho visto svoltare; tuttavia, il solito caldo, l’assenza di ombra e, vera e propria cattiva novità, un umido tremendo ci inducono a ripartire praticamente subito. Del famoso “relitto sulla spiaggia”, del resto, neanche l’ombra, ma di certo non possiamo dire di esserci affaticati troppo nelle ricerche!
La sosta pranzo la improvvisiamo sotto quello che deve essere l’unico alberello del Mani tra Gythio e Porto Kagio, dato che un grosso incendio, le cui tracce sono evidenti, ha praticamente cancellato ogni arbusto per km e km: paesaggio lunare a precipizio sul mare! Non nascondo, però, che ha un suo fascino.
Arriviamo quindi al paesino di porto Kagio, ottimamente recensito dalla Lonely, che tra l’altro afferma che si tratta di un luogo non ancora preso di mira dal turismo di massa. Il posto in sé è decisamente tipico e molto carino, ma non c’è un filo d’ombra, né troviamo la possibilità si pernottare in loco, vistoi che, a quanto pare, i turisti ci sono e come!
Ripartiamo quindi per Vathia, paesino abbandonato dopo un tentativo poi abortito di restauro, e per questo affascinante. Lungo la strada per Girolimenas, non volendo abbandonare la costa est della penisola senza indugiare un altro poco, adocchiamo il “Porto Mani Suite”, struttura in pietra decisamente accattivante e di un certo livello, nella quale, perciò, presumiamo di trovare posto, come in effetti sarà, sebbene per il rotto della cuffia. Prendiamo infatti l’ultima camera rimasta, che in realtà è un mini appartamento con terrazzino praticamente sul mare. Sistemate le nostre cose, decidiamo di fare un giro a piedi nei dintorni, poiché abbiamo notato, dal balconcino, un sentiero che porta al mare. Dopo poche centinaia di metri, infatti, ci ritroviamo in una graziosissima e quasi deserta caletta di ciottoloni bianchi, dove ci facciamo il bagno probabilmente più rilassante di tutto il viaggio, complice anche un sole calante ed una temperatura perfetta!
Fatta la doccia, decidiamo di tornare a Porto Kagio per cenare in uno dei tre ristoranti sul mare che avevamo notato e che la Francy voleva assolutamente (anzi, come dice lei “assolutissimamente”) provare. Scegliamo quindi l’Hippocampo, dove mangiamo degli ottimi calamari fritti e sardine grigliate, senza infine trascurare lo yogurt al miele. Sarà un posto anche poco turistico, secondo la lonely, ma la differenza di prezzo si sente, sebbene tutto sia squisito
Sazi e assonnati torniamo al Porto Mani Suite per una ricca dormita.


Giorno 10, domenica 13 agosto
Sveglia alla solita ora, ottima colazione sul terrazzo del resort, sebbene un vento davvero impetuoso renda l’operazione un poco più complessa. Ripartiamo quindi per Gerolimenas, piccolo e caratteristico borgo sul mare, ove ci fermiamo per alcune foto. Proseguiamo quindi in direzione nord e ci fermiamo ad Areopoli, il capoluogo del Mani, dove facciamo una passeggiata per il piccolo centro storico e prendiamo un caffè.
Risaliamo la costa ovest, cerchiamo una spiaggia nella blasonata baia tra Stoupa e Kardamili, ma causa assenza di segnali non riusciamo a trovarne. Nei pressi di Kalamata, in Messenia, notiamo però un cartello per la spiaggia di Santhova, non listata dalla Lonely, dove giungiamo dopo circa 5 km di strada stretta in aperta campagna. Si tratta di un’enorme spiaggia sabbiosa, non molto frequentata, dove ci è facile parcheggiare fronte mare e piantare l’ombrellone per un bagno ed il pranzo al sacco.
Decidiamo quindi di andare direttamente a Pylos per i segnalati campeggi di Gialova, ma una volta giunti sul posto il mare non ci convince: si tratta, infatti, di una sorta di laguna. Pieghiamo quindi verso sud per Methoni, dove ci sistemiamo nell’omonimo campeggio proprio sul mare, non lontano dalla imponente fortezza, che tuttavia, data l’ora, decidiamo di non visitare a vantaggio del mare, scoprendo poi che proprio il giorno seguente, lunedì, è quello di chiusura. In realtà, anche qui l’acqua non è proprio splendida ma ci divertiamo a fare il bagno non fosse altro per il mare un poco agitato.
Fatta la doccia di rito, un vento piuttosto forte ci induce a rinunciare alla cena fai da te a vantaggio della taverna Klimataria, ottimamente recensita dalla Lonely. Il cibo, in effetti, è buonissimo, ma il servizio è confuso ed esasperante per lentezza: 2 ore e mezzo per due portate è veramente troppo! In più, non è previsto alcun tipo di dolce, anche se almeno lo yogurt col miele alla fine te lo tirano dietro ovunque.
Nonostante lo sciabordio delle acque provocato dal vento dormiamo bene.
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Messaggioil 12/09/2017, 15:31

Giorno 11, lunedì 14 agosto
Solita sveglia e partenza per il tempio di Apollo Epicuro a Bassae, dove arriviamo dopo avere percorso una bellissima strada che da Tolo, sulla costa, si inerpica su di una montagna. Sulla strada pausa per un caffè e per un “freddo cappuccino”, come lo chiamano i greci.
Il tempio, la cui visita ci è stata particolarmente raccomandata da Alexis del Forum (che ringrazio di cuore!) è veramente imponente e la sua copertura, con un enorme telone, rende la visita agevole e godibile. Da non perdere, poi, la visione del filmato relativo al laborioso ed ingegnoso restauro.
Dopo il paese di Andritsena ci fermiamo in uno dei pochissimi punti pic nic che abbiamo notato sino a qui e pranziamo all’ombra di grandi alberi.
Ripreso il def ed andiamo diritti verso l’antica Olimpia. Visitiamo prima il ricco museo e poi il sito archeologico che sebbene non molto conservato lascia intuire la grandiosità del passato di questo conosciuto luogo. In questa prospettiva, ci appare indovinata la scelta di visitare prima il museo, che fornisce, con spiegazioni e ricostruzioni, un’idea assai più comp’leta di quello che doveva essere lo stato originario dei luoghi che poi si vanno a visitare.
Ripartiamo in direzione dei segnalati campeggi tra Glyfa e Loutra Killini. Alla fine, ci fermiamo all’Aginara beach, che ci stupisce per le ampie ed ombreggiare piazzole, nonché per i servizi davvero ben tenuti: tra tutti quelli visitati, risulterà a fine viaggio il campeggio migliore! Sistemato il campo, ci affacciamo alla spiaggia per qualche minuto di relax, ma rinunciamo al bagno perché il mare purtroppo non è dei migliori. Come ormai consuetudine, mangiamo alla taverna del campeggio, dove il cibo è buono ed il servizio rapido.
Breve consultazione on line di campeggi e dei traghetti per Cefalonia e poi andiamo a letto, felici ma stanchi per la giornata.


Giorno 12, martedì 15 agosto
Con l’ansia di fare tardi all’imbarco, già alle ore 7 sono fuori dalla tenda a tramenare, nonostante i rimproveri di mia moglie che teme che svegli tutto il “vicinato”. Alle 8,20 siamo pronti per lasciare il campeggio e dirigerci verso Porto Killini. Alle 9, infatti, siamo allo sportello della Kefalonian lines, dove facciamo il biglietto per il traghetto delle 10,15. La nave parte puntualissima e siamo a Poros l’ora e mezza circa di navigazione preventivata. Sbarcati, ci rechiamo a Sami, dove si trova il campeggio Karavomilos, che avevamo individuato la sera precedente on line. Prendiamo l’ultima piazzola disponibile, la 114, che fortunatamente nelle ore di punta risulterà in larga misura all’ombra. Dopo esserci sistemati, ripartiamo in direzione di Assos, paese tipico della costa ovest di Cefalonia. La strada per arrivarci, spesso a picco sulla costa, ci regala scorci fantastici su di un mare di un colore turchese mai visto: e ovviamente facciamo molte pause-foto! Assos è certamente un paese tipico ma con due inconvenienti non trascurabili: trabocca di turisti e, ancor di più, ha vie molto strette e parcheggi pieni, il che ci costringe a numerose contorsioni col 110 ed a parcheggiare molto fuori dall’abitato. Comunque, facciamo la visita e scattiamo le foto di rito al porticciolo ed alla caratteristica piazzetta. Il caldo è però davvero notevole, ed il succhino fresco che ci scoliamo grazie all’ottimo frigo preso da “Giba” ci rimette al mondo: non ringrazierò mai abbastanza Gianni per avermi incoraggiato all’acquisto, che in questo torrido viaggio ha fornito servigi inconmensurabili!
Proseguiamo quindi poco più a sud per la spiaggia di Myrtos, che ci lascia estasiati per i colori dell’acqua e per la sua conformazione. Dato l’orario, troviamo parcheggio proprio sulla spiaggia e posto per piantare l’ombrellone in tranquillità. Entriamo anche in acqua, ma il mare agitato ci respinge sul bagnasciuga, anche perché, diciamolo, non siamo proprio dei nuotatori olimpionici; poco male, però, dato che il posto e comunque bellissimo! Fatta una discreta coda per l’unica doccia di acqua dolce presente sulla spiaggia, ripartiamo verso le 19,30 per il campeggio. Alle 21 siamo già comunque seduti in un localino sul lungo mare di Sami per i classici fried calamari, ormai divenuti, insieme al rice-pudding ed allo yogurt con miele, la vera e propria “fissa alimentare” del viaggio.
Breve passeggiata per rientrare al campeggio e nanna quasi immediata.
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Messaggioil 12/09/2017, 15:38

Giorno 13, mercoledì 16 agosto
Alle 7,15, complici le numerosissime e beffarde cicale presenti in massa sugli alberi, siamo in piedi e quindi poco prima delle 9 già in viaggio per la prima spiaggia che ci siamo prefissati di visitare, ossia quella di Petani. Quando ci arriviamo il luogo è semivuoto, e quindi riusciamo a parcheggiare proprio a ridosso della spiaggia. Sistemato ombrellone e telo nello spazio non attrezzato ci rilassiamo all’ombra. La spiaggia è assai più turistica di quella di Myrtos, dato che ci sono bar, ristoranti e ben tre stabilimenti; al solito, poi, il mare è agitato e vista l’esperienza del giorno prima, non facciamo il bagno.
Alle 13 pranziamo in uno dei ristoranti sulla spiaggia e quindi ripartiamo, anche perché il luogo si sta riempiendo.
Ci dirigiamo verso Argostoli, nella speranza di fare un poco di shopping. Purtroppo, però, troviamo tutto chiuso, non si sa se per il giorno o per l’orario!!! Riusciamo a malapena a mangiare due yogurt e ad acquistare due straccetti da portare in regalo alle nipotine di mia moglie. Il centro comunque è gradevole con una bella passeggiata pavimentata in pietra chiara. Ne approfittiamo, almeno, per fare una spesa di frutta, verdura e dell’immancabile feta.
Ci dirigiamo quindi verso il faro, nei cui dintorni abbiamo letto dovrebbe esservi il monumento ai caduti della divisione Acqui. Giunti al porto turistico, ci imbattiamo in un 110 bianco che ci lampeggia e ci fa segno di fermarci. Alla guida risulterà esserci Gianfranco, docente di storia contemporanea, che da anni viene regolarmente a Cefalonia per lavorare alle sue pubblicazioni sulla strage di Cefalonia. Con l’inconfondibile simpatia romana e gentilezza, intervallando Storia e Land rover, ci fa da Cicerone al monumento ai caduti, alla fossa comune degli ufficiali italiani ed alla casa rossa dove questi ultimi furono raggruppati, confessati ed avviati alla fucilazione.
Gianfranco ci invita poi a casa sua, dove in compagnia anche della moglie passiamo un’oretta a chiacchierare di Storia e non solo.
Verso le 19, nonostante gli inviti a cena della coppia, per non abusare dell’ospitalità e della “carrambata” fatta a casa loro, riprendiamo la strada per Sami. Stasera, finalmente, cena in campeggio!
Prese poi alcune info sui traghetti alla reception, siamo pronti per la notte.


Giorno 14, giovedì 17 agosto
Solita sveglia e partenza per la spiaggia di Antisamos. Lì giunti, approfittiamo di un locale sulla spiaggia che offre sdraio ed ombrelloni gratuitamente, purché si consumi al bar. Ordiniamo quindi alcune bibite e ci sistemiamo. Oggi il mare è calmo quindi ci facciamo un ricco bagno e ci rilassiamo sulla spiaggia fino alle 13. Data la vicinanza, rientriamo in campeggio per pranzare nella nostra piazzola.
Nel primo pomeriggio ripartiamo per una gita al Parco nazionale del monte Enos. Fatto un buon tratto di una strada spettacolare scavata sulla montagna, troviamo tuttavia l’ingresso del parco chiuso per pericolo di incendi. Non volendoci rassegnare a non mettere le ruote in fuori strada, percorriamo alcune stradine di montagna finché queste non scompaiono nel nulla.
Ripreso l’asfalto, andiamo al monastero di San Gerosimo, che visitiamo solo all’esterno visto il nostro abbigliamento assolutamente inappropriato. Un vero e proprio P.R. ci invita a visitare la cantina cooperativa del locale vino Robola, poco distante. Li giunti, compriamo due cartoni di vino, che poi gusteremo a casa.
Ci dirigiamo quindi verso la spiaggia di Lourdas, che, data l’ora, risulta “park and play”. Piantato l’ombrellone e distesi i teli, ci facciamo il bagno ed una improvvisata doccia, e ci godiamo la fine del pomeriggio sulla spiaggia. Attorno alle 19,30 ripartiamo in direzione del paesino di Frankata, per cenare alla taverna “Platanos”, vivamente raccomandataci da Gianfranco il giorno precedente. Il posto e così tipico che di più non si può: pergolato, tovaglie a scacchi verdi sui tavoli ed avventori tipicamente rurali…uno spasso! Il cibo, poi, è veramente buono (arrosto di agnello, souvlaki, svariati contorni e yogurt con miele finale), ed il servizio di Vassili, amico di Gianfranco, rapido e cortese, che ricompensiamo con una meritata mancia).


Giorno 15, venerdì 18 agosto
Galli e cicale ci danno la sveglia alle 6,30, ma poco male dato che oggi dobbiamo sbaraccare dal campeggio. Alle 8,15, infatti, siamo pronti a partire per Fiskardo, porto all’estremo nord di Cefalonia. Dopo un’ora siamo sul posto e parcheggiato sul porto andiamo a fare i biglietti per Lefkada. Ci attende però un’imprevista doccia fredda: tutti i traghetti della giornata risultano pieni! La signora della biglietteria ci mette comunque in una lista di attesa, dato che ci dice che non è infrequente che qualcuno alla fine non si presenti. Ci dà quindi appuntamento per un'ora e mezzo dopo, che trascorriamo in parte in un caffè per fare di nuovo colazione, ed in parte nel minuscolo paesino di Fiskardo, ricco di negozietti che mia moglie non manca ovviamente di “perquisire” in modo assai accurato! Alla biglietteria ci attende una buona notizia: ci imbarchiamo sul traghetto delle 11,15!! E meno male, perché Fiskardo è veramente minuscola e, nonostante l’attraente descrizione della Lonely, non è poi una grande attrazione! Puntuale, il traghetto salpa, con noi ed il 110 felicemente a bordo.
Per le 13 circa siamo a Nidry, caotica cittadina portuale, dove ci fermiamo solo per una rapida spesa e un rabbocco di gasolio.
Dopo circa un’ora arriviamo ad Agios Nikitas, al campeggio Kathisma, dove ci sistemiamo in una comoda e ombrosa piazzola. Per le 17 siamo quindi alla vicina alla spiaggia di Kathisma. La spiaggia è grande e prevalentemente attrezzata, ma riusciamo a sistemarci in una zona libera, dove facciamo un piacevole bagno; l’acqua ha un bel colore turchese ma tuttavia non è trasparente come immaginavamo. La presenza di due grossi stabilimenti e la musica diffusa da un locale rende l’atmosfera molto commerciale. Rimaniamo comunque fino alle 19,30 quando rientriamo al campeggio per la doccia e la cena fai-da-te.
Rimaniamo a chiacchiera in tranquillità e poi nanna.
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Messaggioil 12/09/2017, 15:43

Giorno 16, sabato 19 agosto
Ci svegliamo un poco più tardi, verso le 8, ma per le 9 siamo pronti a partire per la spiaggia di Porto Katsiki, data per una delle più belle della Grecia. In effetti, dall’alto la sua visione fa un notevole effetto, incastonata come è tra due speroni di roccia bianca e bagnata da un mare turchese sino all’estremo. Lasciato il def al parcheggio a pagamento, scendiamo i gradini che portano alla spiaggia, che troviamo - sono circa le 9,30 - deserta ed ombrosa: un vero godimento! Approfittiamo del momento di quiete per prenotare telefonicamente il traghetto per il rientro. Purtroppo, però, ben presto l’atmosfera si fa chiassosa, sia per i numerosi turisti in arrivo, sia per i camerieri di un ristorante con consegna sulla spiaggia, che pubblicizzano con megafoni e trombette il menù, sia, infine, per alcuni barconi che si ormeggiano a pochi metri dalla spiaggia, e che poi, con musica sparata a cannone, consentono ai turisti a bordo di tuffarsi in acqua per il bagno. Complice poi il sole che si è fatto cocente, per le 13 decidiamo di levare le ancore. Risalita la tortuosa strada sino alla statale, decidiamo di fermarci per pranzo alla taverna Oasi, e mai nome fu più azzeccato! I tavoli offrono infatti una vista splendida sul mare e si trovano riparati sotto una tettoia di canniccio ed una piccola pineta, dotata di amache: inutile dire che dopo il pranzo a base di pesce e yogurt le useremo per un momento di relax, che, a tratti, si trasformerà in vera e propria pennichella!
Alle 16, con enorme fatica decidiamo di alzarci dalle nostre amache e prendiamo la strada per raggiungere il faro della punta estrema di Cefalonia, ossia capo Doukato, che riusciamo fisicamente a raggiungere grazie ad una stradina sterrata in salita, che il 110 fa con disinvoltura difronte ad una famiglia di turisti tedeschi che avevano lasciato prudentemente la loro bassa BMW più in basso: i loro sguardi sono un misto tra ammirazione (lui ed i figli) e “disprezzo green” (lei). Inutile dire che la vista sul mare e le montagne è stupenda e che la brezzolina rinfresca piacevolmente!
Fatte alcune foto e invitati da un cartello andiamo al monastero di San Nicola, che in realtà è stato quasi interamente trasformato in una specie di bar: giusto il tempo di fare capolino e ce ne andiamo.
Sulla via del ritorno ci fermiamo alla spiaggia di Gialos, che raggiungiamo dopo 3 km di curve a gomito e di pendenze ripidissime, che ad un certo punto mi inducono a mettere le ridotte per maggiore tranquillità. La spiaggia è grande e anche per questo, o forse per l’orario, troviamo pure dei lettini liberi sui quali installarci. Fatta quindi una sosta al barretto della spiaggia, ci facciamo il bagno non senza fatica visto gli enormi ciottoli, che potremmo tranquillamente chiamare pietre, che fanno da fondale e da battigia.
Rimaniamo in relax fino a dopo le 19 per poi riprendere la strada per il campeggio.
Rientrati, doccia e cena “chez nous”.


Giorno 17, domenica 20 agosto.
Con comodo leviamo il campo, saldiamo il campeggio e ci fermiamo al vicinissimo Agios Nikitas per un giretto. Il paesino è molto carino e calmo, non ancora invaso dai turisti, data l’ora: il giorno nel quale arrivammo, invece, le auto erano parcheggiate praticamente sulla strada, il che forse è spiegato dalla presenza di una (rara) spiaggia di sabbia.
Terminato lo “struscio” per il centro storico, costellato di numerose ed invitanti taverne di pesce, ripartiamo in direzione del paesino di montagna di Karia, noto, secondo la Lonely, per l’arte del ricamo. Parcheggiato il def nel parcheggio turistico, perché altro non si trova, subito ci colpisce la caratteristica piazza, distesa all’ombra dei platani e popolata da una gioiosa “fauna” domenicale di allegri pensionati. Ci attira subito un negozio di derivati dell’olivo e ne approfittiamo per fare e farci dei regalini; ci soffermiamo anche in un negozio di ricami, che per la verità non colpisce la Francy, specie a causa di colori e fantasie, in effetti un poco anni ottanta. Tuttavia, inteneriti dal fare dell’anziano negoziante, compriamo due asciughini da cucina, che sempre fanno comodo.
Terminato il giro del piccolo paese torniamo alla piazza principale e ci sediamo ad un tavolino dei numerosi bar presenti per una spremuta e un cappuccino.
Ripartiamo verso sud per il paesino di Englouvi, anch’esso segnalato dalla Lonely, ma in pratica esso consiste in pochissime case, una taverna, una minuscola piazzetta ed una strettissima strada che lo taglia in due; decidiamo quindi di non fermarci ma di tornare indietro per iniziare il trasferimento vero Lefkada.
La città di Lefkada, che dà il nome alla penisola, si presenta molto turistica e affollata; riusciamo comunque, dopo un certo girovagare, a parcheggiare sul lungo mare e ci incamminiamo verso il centro. Ci addentriamo subito in una stretta via piena si negozietti turistici, dove acquistiamo le ultime cose da portare a casa. Camminiamo quindi sul lungomare in cerca di una taverna, ma ne troviamo solo di spudoratamente turistiche. Rientriamo perciò nel centro alla ricerca di una taverna che avevo adocchiato mentre mia moglie era ormai perduta nello shopping. La scelta si rivelerà azzeccata, perché mangeremo nel giardino posteriore, ombroso e ventilato, un’ottima Moussaka ed un eccellente souvlaki di pollo ad un prezzo competitivo.
Con molta calma, prendiamo quindi la strada statale per Igoumenitsa. In perfetto orario siamo al porto, facciamo le solite trafile per il check-in e ci organizziamo per il nostro passaggio ponte: tappetini, sacchi a pelo e panini per la cena.
Saliti sul traghetto troviamo una buona postazione al deck 10 a ridosso del bancone di un bar inutilizzato, che funge da riparo per la luce a da schienale per la seduta. Ceniamo con i nostri panini, alla faccia del self service “usuraio”, e trascorriamo una notte tutto sommato tranquilla.


Giorno 18, lunedì 21 agosto
Facciamo colazione al self service, dove, grazie ad una più attenta scelta, riusciamo a spendere una cifra accettabile.
Il mare si fa agitato, quindi decidiamo di tornare al nostro posto/letto. Mentre Francesca rimane a fare un pisolino, io faccio conoscenza con Carlo e la sua ragazza, che con un 110 bianco, notato all’imbarco, hanno viaggiato molto e sono quindi una miniera di racconti e dritte tecniche. In loro compagnia c’è anche Luca, un vero “avventuriero”, dato che si è ricongiunto alla coppia in Grecia, dopo avere fatto la traversata dei Balcani, in solitaria, con una R4: un personaggio!!! Inutile perciò dire che le ore che ci separano dallo sbarco sono volate!
Dopo la consueta attesa riusciamo a sbarcare in tempi accettabili, ma subito ci ritroviamo in una lunga coda per uscire da Ancona: ben tornati in Italia! Presa finalmente l’autostrada, vista l’ora dopo pochi km decidiamo di uscire per un ultimo pranzo al sapore di mare, ed in particolare per uno spaghetto allo scoglio, lungo la spiaggia di Marotta. Mangiato, ripartiamo ma la scelta, diversamente dall’andata, di prendere l’autostrada adriatica e poi piegare a sud si rivelerà del tutto sbagliata, dato che sino a Bologna sarà una continua “coda a tratti”, come dicono i cartelli luminosi.
Finalmente, per le 19,30 siamo a casa dei genitori della Francy in campagna, per la ormai tradizionale “cena del ritorno” a base dei piatti che solo una mamma italiana sa cucinare!
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Messaggioil 12/09/2017, 15:57

Ciao, bel viaggio e posti stupendi. Io sono appena tornato da una settimania a Cefalonia e Lefkada, e devo dire che mi è piaciuta veramente tanto e ci ritornerò.
geracera
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Messaggioil 12/09/2017, 17:00

Ciao, complimenti per il report, letto tutto di un fiato.....bel viaggio, ho un bellissimo ricordo della Grecia continentale.
E' stato il primo viaggio con la mia attuale compagna (purtroppo non avevo ancora il Disco :( ), fatto nell' inverno del 2004 con macchina a noleggio.
Posti bellissimi, cibo ottimo, persone meravigliose.....
Ancora complimenti

Ciao

Valerio
"L'asino è un bracciante forte, peloso e schivo, non importa se ha 2 o 4 zampe.
E' chiamato in vari modi: asino, asinum, asinos, ma anche.... hei TU!!!"
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Messaggioil 12/09/2017, 17:45

Bravi, complimenti, bel viaggio e ottimo report. ;)
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rommel1
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Messaggioil 12/09/2017, 19:09

rommel1 ha scritto:Bravi, complimenti, bel viaggio e ottimo report. ;)

Tua moglie non è la sola ad essersi innamorata del Mani, un paio di anni fa abbiamo girato il Peloponneso con il 110 campeggiando varie volte in posti deliziosi ed in completa solitudine, in particolare nelle penisole che delimitano il Golfo di Laconia con Mani in testa.
Paolo_tn
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Messaggioil 13/09/2017, 10:59

...grazie mille a tutti: spero che, alla fine, sia utile a qualcuno, dato che a me il Forum in questi anni è stato utilissimo, specie per le info di viaggio ;)
Verteidiger
 
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Messaggioil 13/09/2017, 11:05

grande Gianfranco, mi sono emozionato!
Descrizione e scrittura intrigante come al solito!!

Spero anche io un gg di poter rifare un viaggio on the road invece del solito aereoplano!!
Then conquer we must, when our cause it is just,
And this be our motto: "In God is our trust."
zuckuss
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Messaggioil 13/09/2017, 12:04

zuckuss ha scritto:grande Gianfranco, mi sono emozionato!
Descrizione e scrittura intrigante come al solito!!

Spero anche io un gg di poter rifare un viaggio on the road invece del solito aereoplano!!


...grazie, Guido! Dai, hai un bel td4, che ben ricordo: fatti portare in giro...lui scalpita, ne sono certo :D
Un caro saluto,

Gian
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Messaggioil 13/09/2017, 21:00

Gianfranco che dire, complimenti!
Sana invidia per modo di viaggiare e location toccate.
Con tenda da tetto anno prossimo potrai fare l'Australia! :)
Un abbraccio a te e un bacio alla Franci :mrgreen:
Le Land non perdono liquido...marcano il territorio!
M.I.L.F. ( Movimento Irriducibili Landroveristi Fiorentini )
Zaya Defender 130 td5
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Messaggioil 14/09/2017, 10:42

Ciao,
complimenti anche da me!
Ho fatto il Peloponneso più di vent'anni fa in moto e adesso mi piacerebbe tornarci con la famiglia al seguito.
Sacco.
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Messaggioil 14/09/2017, 12:10

Bravo Gianfranco.
Resoconto ineccepibile come tuo solito. Mi tieni incollato allo schermo. :D
.....e tanta invidia....un viaggio del genere l'ho fatto con amici Africalander nel 2013.... a Yoannina ci ho lasciato il cuore.. :lol: :lol: se qualcuno dei miei compagni di viaggio leggera, capirà.... :lol:

Complimenti!!
A parte la sventura della sacca bucata, il 110 è andato benone credo..... ;)
"La fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni."
Pietro Mennea.
Davidone
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Messaggioil 14/09/2017, 12:32

Davidone ha scritto:Bravo Gianfranco.
Resoconto ineccepibile come tuo solito. Mi tieni incollato allo schermo. :D
.....e tanta invidia....un viaggio del genere l'ho fatto con amici Africalander nel 2013.... a Yoannina ci ho lasciato il cuore.. :lol: :lol: se qualcuno dei miei compagni di viaggio leggera, capirà.... :lol:

Complimenti!!
A parte la sventura della sacca bucata, il 110 è andato benone credo..... ;)


Grazie Davide, ma anche le tue avventure in Corsica non scherzano! :lol:
Sì, il 110 è andato benone: almeno per le mie esigenze borghesi-avventuriere direi che è il veicolo perfetto....e ad ogni viaggio torno sempre con qualche idea/aggiustamento da fare che spero lo migliorino sempre più, particolarmente in termini di affidabilità, efficienza e comodità di viaggio....e mi convinco sempre più che da questo punto di vista è un veicolo eccezionale! :D
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Messaggioil 14/09/2017, 12:33

Esatto....proprio così... ;)
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Messaggioil 14/09/2017, 14:11

Bellissimo!
Rivedere le foto di Porto Katsiki, mi fa ricordare il bel viaggio fatto con la mia ragazza (oggi mia moglie), nell'estate del 2014.

P.S. se tornerai a Lefkada e deciderai di tornare a Porto Katsiki, anzichè passare da Nord per Lefkada, Kathisma e correre lungo la costa ovest dell'isola, prova da Vassiliki...troverai una strada che corre lungo il lato della montagna, di circa 20km, per 100 minuti di percorrenza! Tutta a strapiombo e molto stretta, ma molto panoramica!

Ricordo che ad un certo punto me ne tornai indietro, perchè ero parecchio agitato...e quando feci inversione, su sta strada sterrata che metteva a dura prova noi e il Defender...vidi un greco, pazzo, salire per andare non so dove...con una Honda S2000! :shock:
29.01.2016 - La fine di un mito, l'inizio di una leggenda.

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