Cari tutti,
grazie soprattutto alle idee suscitate proprio da quanto letto qui sul Forum (in particolare, tra gli altri,
viewtopic.php?f=50&t=79853 e
viewtopic.php?f=50&t=77781), questa estate io e mia moglie abbiamo intrapreso il nostro personale “iter elladicum”, consistito in un giro della Grecia continentale e di Cefalonia, luoghi senz’altro meno conosciuta delle isole greche orientali.
Il punto di riferimento generale del tour è stato questo road book preso qualche anno fa in cordata (
http://guide4x4.free.fr/catalogue1/page13-it.html), al quale, tuttavia, abbiamo apportato svariate modifiche, sia perché la parte più orientale del percorso l’avevamo sostanzialmente già fatta durante il viaggio in direzione della Turchia (
viewtopic.php?f=50&t=80413&p=1128653&hilit=grecia#p1128653), sia perché si è rivelato praticamente impossibile – ma non era difficile prevederlo
– portare una donna in Grecia senza prevedere numerose soste in spiagge e ristorantini di pesce lungo mare. Degli 8 viaggi-avventura fatti sin qui (….mi perdonino i veri overlander del Forum la pretenziosità dell’aggettivo…), questo è nato senz’altro con una vocazione assai più turistica, ma del resto, dopo aver chiesto non poco a Francesca negli anni precedenti, non potevo certo rifiutarle una più tradizionale “vacanza”, sebbene sempre e rigorosamente in Land; per fortuna, e se Dio vorrà, i programmi futuri sono un poco più arrembanti
! Peraltro, devo dire che se, da un lato, le spiagge ed il mare, comunque bellissimi, li ho vissuti come una sorta di “fio” da pagare, dall’altro la parte storico-archeologica del giro si è rivelata a dir poco stupefacente, sia di per sé, sia per quella particolare sensazione di compiacimento che, almeno a me, ha suscitato la visione di luoghi tanto spesso immaginati durante gli studi giovanili: vabbè, ma queste sono fisme personali
!
Prima di proporvi, accompagnato da qualche vergognosa foto, parte del diario di bordo che abbiamo compilato in viaggio, vi segnalo alcuni dati e considerazioni che spero possano essere utili a chi, magari facendo come noi, nel leggere queste righe tragga quanto meno uno spunto per qualche bella idea di viaggio:
- i km totali percorsi sono stati poco più che 3.500 ed il periodo di svolgimento è stato quello dal 4 al 20 agosto 2017;
- il percorso a r.b. da noi fatto si è rivelato piuttosto semplice; solo nella parte del Pindo, la traccia che dall’inizio dell’omonimo parco nazionale porta al paese di Mikrolivado deve essere percorsa con un minimo di attenzione e con le ridotte, perché la pista è particolarmente rocciosa, cosparsa di tronchi e grandi pietre cadute, e in molti punti a picco sul dirupo! Insomma, io ho ritratto il gomito sinistro, che in genere spunta dal finestrino
- il gasolio è costato mediamente intorno a 1,20 euro, quindi solo un poco meno che da noi;
- la spesa maggiore, comunque, si è rivelata la nave; per non aggravare i costi, e per quanto possibile, evitate di mangiare a bordo, perché i prezzi sono esorbitanti! All’andata abbiamo voluto provare le poltroncine, ma in tutta sincerità il maggiore costo non si ripaga in termini di proporzionata comodità per la notte: al ritorno, infatti, siamo tornati alla formula posto ponte, ovviamente con materassini e sacchi a pelo;
- altra cosa sulla nave: ci hanno detto che essa è il più delle volte in ritardo (…e nel nostro caso non si è smentita..
): diversamente da quanto abbiamo fatto noi, perciò, nella progettazione della prima tappa consiglio di stare ben larghi sui tempi;
- il costo della vita, specie se si evitano i posti più spudoratamente turistici, è conveniente rispetto ai nostri standard: considerate che con una cifra che oscilla tra i 30 ed i 35 euro si fa un pasto completo per due a base di antipasto, secondo di pesce, dolcetto e bevande, anche alcoliche, il che peraltro ha offerto a mia moglie il pretesto, la sera, per evitare spesso la cena self made in campeggio! Al contrario, la cultura costa come da noi se non di più: i biglietti dei musei, infatti, a parte poche eccezioni, superano quasi sempre i 15 euro a testa, con punte che toccano i 30 euro.
- nulla da eccepire sulla cordialità e disponibilità dei greci, che spesso per lo meno capiscono l’italiano; in ogni caso, qualcuno che parla inglese lo si trova sempre, anche nei paesi più piccoli;
- a parte quelli di certe zone rurali, probabilmente vecchi, tutti i cartelli segnaletici recano pure la dicitura nell’alfabeto latino, quindi non c’è problema, per chi non conosce il greco moderno, a capire dove si è e dove si sta andando. Sempre dal punto di vista dei servizi, segnalo che, almeno nei campeggi da noi utilizzati, la wi-fi è risultata quasi sempre instabile e comunque limitata agli immediati dintorni della reception;
- un’ultima considerazione, che va ad encomio dello Stato greco, la merita l’accesso alle spiagge. Anche in quelle più citate dalle guide turistiche, tra uno stabilimento balneare e l'altro noi abbiamo SEMPRE trovato un tratto piuttosto lungo di spiaggia libera, alla quale si può accedere tranquillamente e sulla quale si può piantare l’ombrellone senza alcun problema o richiesta di gabelle. Non so se anche da voi è questa la regola, ma per me che sono toscano il fatto ha destato una certa e positiva meraviglia, dato che da noi (..Versilia docet…) praticamente ogni mq di spiaggia è occupato da uno stabilimento, ed i tratti di spiaggia libera sono rari e di dimensioni risibili
!
Ma bando alle chiacchere: piano piano, via via che scelgo ed adatto le foto, eccovi il diario di bordo
Giorno 1, venerdì 4 agosto 2017
Nonostante che due giorni fa ci abbiano comunicato che la partenza della nave era stata posticipata di ben 4 ore, ci svegliamo ugualmente alle 7, forse anche per un poco di emozione dovuta al viaggio. Dato che ormai è quasi tutto pronto già dalla sera prima, partiamo ugualmente un’oretta dopo, decidendo di fare tappa sul monte Conero, che da tempo volevamo vedere. Lì giunti, ci accoglie un inaspettato quanto micidiale caldo, così che decidiamo di approfittare di un’area pic nic ombreggiata e vicina al parcheggio per fare fuori gli ultimi avanzi del nostro frigo di casa, che ci eravamo portati dietro. Fatta una breve passeggiata per vedere la chiesa dell’ex monastero, oramai inglobata in un albergo davvero bello, ripartiamo in direzione del porto di Ancona.
Arrivati alla biglietteria ci aspetta una lunga ma prevista coda per il check-in. Quindi, non ci rimane altro che accodarci sulla banchina del porto sotto un sole cocente, al quale offre refrigerio soltanto l’ombra del 110, fortunatamente bella capiente! L’attesa si protrae sino alle 19, ed il traghetto parte poco prima delle 20: ritardo che si cumula al ritardo già comunicatoci!!! Ci sistemiamo nella poltroncina prenotata e poco dopo ceniamo al self service (…il ristorante ha una carta inavvicinabile…), che ci tira comunque una bella sassata per un pesce alla griglia, una bistecchina di maiale, insalata e acqua. E pensare che la stupidata l’avevamo fatta anche per andare in Turchia, ma evidentemente non ci era bastata: al ritorno non ci faremo sorprendere!
Passeggiamo e cazzeggiamo in attesa che si faccia l’ora di dormire.
Nanna con grande caldo, i condizionatori non funzionano e nella sala delle poltrone non si respira. Inspiegabilmente, però, dato che sono un grande “soffritore” di caldo, io dormo, forse grazie anche alle mascherine para occhi che ho provvidenzialmente portato, mentre mia moglie, come poi mi racconterà, vaga sul ponte sino alle 3, quando poi prende sonno in una panchina imbottita davanti alla reception.
Giorno 2, sabato 5 agosto
Dato che non ci siamo portati nulla da mangiare, la mattina ci “regaliamo” una colazione mediterranea al solito self service, che ci salassa nuovamente (...ma per i recidivi è la giusta punizione
). Alle 13 riusciamo a sbarcare e ci buttiamo subito sulla nuovissima – almeno per noi, dato che quando nel 2014 andammo in Turchia era ancora in costruzione – autostrada per Ioannina, che si dimostra, con i suoi lunghi cavalcavia e tratti lungo le montagne, davvero spettacolare, e per fortuna anche poco trafficata.
A Perama, ultima cittadina segnalata prima dell’inizio del r.b., ci fermiamo per fare il pieno ed una prima spesa alimentare. Dopo un’oretta di pista, a quota 900 ci fermiamo per la nostra sosta pranzo, inaugurando così il tendalino ARB preso a Carrara, dato che il punto panoramico da noi prescelto per la sosta è un poco al sole: visto che il caldo è un fattore previsto, tanto vale non privarsi della vista sul lago di Ioánnina e sulle montagne
!.
Riprendiamo la pista fino ad arrivare all’inizio del parco nazionale del Pindo, dove ci fermiamo per fare il punto della situazione, dato il ritardo della nave e l’albergo già prenotato a Metsovo. Decidiamo quindi di non fare la strada sterrata ad anello che si inoltra nel parco, e proseguiamo dritti sul rb fino al paese di Mikrolivado, il che ci consentirà di fare il fuoristrada migliore di tutto il tour, dato che il percorso consiste in una stretta petraia tra boschi ed altipiani davvero bella ed a tratti anche impegnativa. Giunti a Mikrolivado, come da programma prendiamo l’asfalto per Metsovo. Sulla strada un’auto che ci ha sorpassato ci fa segno di fermarci, ed una donna dal finestrino ci fa capire che c’è qualcosa che non va al posteriore; dato che dallo specchio non vedo nulla, le dico: lights? E lei: yes! Ok, ringrazio ma non scendo, perché avendo con me le lampadine di riserva ed essendo tardi penso di sistemare il tutto domani, alla luce del giorno….ma in realtà il problema era altro! Giunti infatti per le 21 a Metsovo, e parcheggiato il def nella piazza principale, mi accorgo che la sacca “Trasharooo” che da 5 anni appendo alla ruota di scorta in occasione dei viaggi si è squarciata in basso, aprendosi quasi del tutto, il che significa che siamo privi di strops e grilli! Oltre al danno economico, non indifferente, mi girano perché temo che, come spesso accade, quando le cose non le hai ti serviranno! Comunque, arriviamo al bell’albergo prenotato da casa, l’Aroma Dryos, un boutique hotel davvero incantevole ed arredato con gusto.
Dopo una doccia rigenerante ceniamo in un caratteristico locale a base di zuppa di verdure, souvlaki e contorni all’incredibile prezzo di € 35, compresa la mancia, che volentieri elargiamo.
Dopo una brevissima passeggiata nel paese, cotti dal sonno andiamo a letto.
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